Bond USA: mercato in movimento tra enigmi e schemi che non possono durare per sempre

Scritto il alle 11:11 da Danilo DT

Spesso guardiamo la curva dei tassi dell’Eurozona, cercando di prevedere quali saranno le tendenze dei prossimi anni. In realtà è oramai un fatto assodato che c’è solo un mercato obbligazionario che al mondo conta veramente, un mercato da cui tutti gli altri dipendono, anche se la cosa vi può sembrare assurda.

E questo mercato è quello obbligazionario USA: da esso dipendono i principali equilibri macroeconomici e finanziari globali. Basta pensare che i T bond e i T note sono stati al centro della maggioranza dei flussi finanziari e monetari degli ultimi 10 anni.
Il motivo è noto (ed è anche causa indirettamente del trend delle valute): le obbligazioni degli Stati Uniti vengono emesse per finanziare il paese americano, titoli che poi vengono acquisiti dai maggiori paesi esportatori del mondo i quali, in questo modo, accumulano valuta estera per il loro commercio internazionale.

Indirettamente le varie valute locali di questi paesi (Russia, Brasile, paesi arabi) si sono legate al dollaro e ne hanno stabilizzato il cambio. Due esempi su tutti? Beh, basta guardare i due più grandi possessori di Treasury al mondo: Giappone e Cina.

Per carità, non è un contratto scritto, ma una sorta di “intesa tacita” che alla fine faceva tutti contenti e contribuiva alla crescita economica globale.
Peccato però che, alla fine, questa crescita è stata finanziata fondamentalmente con una cosa: il debito. E non sono bastati nemmeno i copiosi tagli di interesse della FED per fermare questa corsa negli ultimi anni.

E siccome non solo la FED ha tagliato i tassi ma anche tutte le altre banche centrali “che contano” del globo, questa crescita guidata dal debito è stato globalmente uniforme. La morale è soto gli occhi di tutti. Non si sono mai visti, nella storia, così tanti paesi con tassi reali negativi.
Peccato che nel corso degli anni, gli “acquirenti” dei bond USA sono cambiati a livello di tipologia. Facciamo due conti.

Gli Stati Uniti nel 2013 hanno emesso nuovo debito pubblico per una cifra di $ 759.000 milioni. Chi ha comprato? Cina, Giappone? Negativo. La FED ha acquistato il 71% delle emissioni USA, vale a dire $ 543.000 milioni. In altri termini, come già vi avevo detto in passato, la Fed ha dovuto sostituirsi ai tradizionali acquirenti. La Cina ha acquistato Tbond per “soli” $ 48.500 milioni, il Giappone per $ 71,300 milioni. E questi dati sono relativi ad investitori sia pubblici che privati.
Per la cronaca, vale la pena ricordare che la Cina detiene 1,27 trilioni di $ del debito USA e il Giappone 1,18 trillioni, il 42% di tutti i detentori internazionali.

Chi possiede, chi compra e chi vende il debito USA?

Ma veniamo ad oggi. E’ evidente che nelle ultime settimane c’è stato un calo significativo dei detentori internazionali di debito USA.
C’è chi dice che la Russia sia venditrice, al fine di danneggiare direttamente gli USA. Ma è un’ipotesi non così realistica.
La cosa però che deve essere ben chiara è che la FED, oggi, finanzia per quasi il 75% il debito Usa stampando moneta. Banale come operazione, ma non certo esente da rischi.
Un giochino facile facile che però non può durare in eterno. E questo alla FED lo sanno bene. E’ a rischio la stabilità finanziaria globale. Magari non oggi e nemmeno domani. Ma di certo o le cose tendono nuovamente a normalizzarsi, oppure col tempo saranno dolori.

Problema che però ci toccherà molto presto. Ma se sul mercato si toglie quel compratore che compra oggi i 3/4 del debito in sottoscrizione? Che succede? Chi comprerà? Oppure il Tesoro potrà permettersi di non rinnovare il debito e quindi non emettere altri bond alla scadenza non rifinanziandosi?

Questa sarebbe la exit strategy, quella vera, cari lettori…

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Danilo DT

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